lunedì 11 maggio 2009

Transilvania e multiculturalità


Ho trovato un post molto interessante in un blog, qui, parla della convivenza pacifica e amichevole fra romeni di diverse origini in Transilvania. Scritto molto carino, con un linguaggio tipico della zona, un romeno con parole prese dalle altre lingue "vicine".
Cercherò di tradurre in italiano almeno in parte, comunque per chi sa la lingua romena merita la lettura dal post originale: "Szervustok". (il saluto in ungherese, significa "ciao", salut).

Klara racconta:

Per capire come vanno le cose qui, bisogna dirvi che noi siamo un misto di popoli messi insieme da sempre: romeni, ungheresi, tedeschi, ucraini, ebrei, cattolici, riformati, ortodossi.
Ieri per esempio, sono andata a trovare una giovane copia, lui ungherese, lei tedesca, (lei sa solo ringraziare dicendo "danke") e mi hanno raccontato come è stata bella la loro festa di matrimonio...ortodossa! Io mi sono letteralmente meravigliata, come è possibile che lui ungherese, lei tedesca fanno un matrimonio...ortodosso?! La risposta è semplice: i genitori sono stati battezzati ortodossi (perché così era dopo il '48) e sono rimasti ortodossi.
E comunque..fa niente!
Ecco, vedete , questo è il modo di vedere le cose qui "fa niente" :-)
Nessuno è sicuro al cento per cento delle sue origini: se oggi si chiama "Ratiu" forse i nonni si chiamavano "Racz"(forma ungherese), e magari i bis nonni erano "Rat" (romeno). Lo stesso vale per Silaghi /Szilagy, Pop /Papp, Covaci /Kovacs e si potrebbe continuare.
Proprio per questo motivo, la gente qui non è nemica con nessuno: non è entrata ne la dottrina di Vadim o Funar o tedesca. Per che qui dovete capire che gli ungheresi amano più i romeni che i tedeschi o gli ungheresi dell'Ungheria, perché si sentono più simili.
Mia nonna, che Dio la perdoni, tedesca di origini e per generazioni, nata in un paesino vicino a Miercurea Ciuc (Armaseni di nome, in ungherese Csikmenasag) mi disse da bambina:" solo marito tedesco non devi prendere! Perché sono uomini molto impulsivi, guerrieri, hanno ancora il sangue che bolle; collocati nella curva dei Carpati per difendere il paese, non hanno paura di nessuno! Questo non li rende "dolci" nemmeno come mariti, e per questo motivo diceva mia nonna, meglio prendere marito romeno che sono più di casa, più calmi e più buoni con le loro donne.
Poi gli ungheresi qui da noi, non vanno molto d'accordo con gli ungheresi della patria madre, perché loro dicono che non siamo ungheresi abbastanza. Allora se devi partire, è meglio non fermati dopo la frontiera (sarebbe in Ungheria) per non essere discriminato proprio dai tuoi fratelli.
Ecco, qui la gente va d'accordissimo, uniti anche se sono di origine diverse, mangiano insieme lo stesso pane. Poi è capitata gente che è venuta da fuori, solo per un periodo, e non è più andata via. Per esempio (ma ci sono tanti altri casi) nel '81-'82 è venuta una coppia per lavoro, lui di Bucarest, lei di Ploiesti. Sono arrivati con la loro Dacia e hanno chiesto ai colleghi di lavoro un albergo dove poter stare finché avranno poi in seguito un appartamento. Ma loro non sapevano che qui, da queste parti, non puoi stare in albergo come un estraneo! Stai dai tuoi colleghi , e hanno fatto così finché hanno avuto il loro appartamento, senza stare nemmeno un giorno in albergo! E non sono più partiti da nessuna parte, anzi hanno portato qui parenti, fratelli e poi anche i genitori che li hanno dopo aiutati con i bambini. E se prima erano un po' spaventati come sarà vivere tra ungheresi, hanno fatto molte amicizie, hanno imparato anche un po' la lingua, ma non per dovere, ma per puro piacere; perché nessuno ce la con te se non parli ungherese.
Ma neanche il contrario. Mio zio per esempio non parlava romeno ma i suoi più bei ricordi erano dal periodo del militare fatto a Bucarest. Raccontava sempre come era bella questa città, e come stava bene lui nella capitale. Parlava male il romeno, e chiedeva sempre scusa dopo ogni frase; ma lui in gioventù non aveva mai sentito parlare romeno e poi non ha avuto modo per impararlo bene. Anche al lavoro, il suo migliore amico è stato un romeno.

Eppure a molta gente non piace Bucarest. Troppo agitati gli abitanti da quella parte, non tranquilli come noi, e nessuno qui capisce perché tutta questa agitazione. :-)
C'è un detto qui: " pure se hai tanto pane da mangiare, puoi mangiare solo uno alla volta, non tutto assieme!" e allora perché agitarsi tanto ? :-))
Qui da noi tutti hanno molti amici, e non c' è giorno dato da Dio per non parlare con almeno uno di loro, e non c'è week end per non incontrarsi a casa di qualcuno o uscire insieme in montagna, ad un picnic, a friggere salsicce e carne, mangiare, stare insieme; le amicizie durano a vita e la gente si vuol bene come fratelli.

Io personalmente non ho saputo che vuol dire depressione e stress finché non sono arrivata a Bucarest. Qui, nel paesino vivi con la gente che ti conosce da piccolino, e ti sta vicino nei momenti belli e brutti e quando dico vicino significa proprio vicino.
Non sono le distanze come a Bucarest, che per andare a trovare un amico devi fare un ora e mezza di strada; qui a piedi, in massimo un quarto d'ora sei dove vuoi tu, da qualsiasi amico o parente. E questo conta tantissimo, che non è lo stesso come parlare per telefono o messenger, se una persona ha un problema le sei vicino anche con un abbraccio.

Poi certo, anche qui ci sono cattiverie, perché non c'è foresta senza albero secco, anche qui c'è chi la pensa, chi ha la casa più grande o ha fatto la vacanza più bella...ma la bontà, la bravura rimangono sempre preziose, puoi avere la casa povera ma gli amici sono sempre amici, come puoi essere non bravo ed egoista ed avere la casa più bella, che nessuno ti pensa o ti va a trovare.
Ma comunque ancora non c'è differenza fra romeno, ungherese, tedesco, ucraino, ebreo o cattolico, ortodosso o riformato.
E per questo motivo i nostri dicono: che venga l'Europa qui da noi ad imparare la multiculturalità, e a quelli a Bucarest che fanno politica di lasciarci in pace con le loro avversioni perché non capiscono come si vive da noi.

Bellissimo il pensiero di Klara, e cresciuta anch'io fra gli ungheresi posso dirvi le stesse cose, ho molti amici ungheresi con cui anche oggi ho degli ottimi rapporti di amicizia.
Convivere con persone diverse da te come lingua, cultura non deve spaventare, anzi deve essere un modo ottimo di conoscere e imparare mentalità e cose nuove.
Ma poi, dico io, dalla mia personale esperienza, si impara prima di tutto che anche se siamo diversi come lingua, cultura, colore della pelle, siamo tutti uguali,abbiamo tutti gli stessi sentimenti, emozioni e ci somigliamo molto di più di quello che si potrebbe pensare.

3 commenti:

Loredana ha detto...

multumim mult ca tia+i facut timp pentru noi si pentru urarea ta.
multa sanatate.

adriana ha detto...

dardindar: Povestea bicicletei sau lungul drum de la copilarie la maturitate

ELisa ha detto...

Ciao, che piacere scoprire questo blog... sono nata a Budapest, nonni austriaci e non finisce qui... grazie per la tua presenza nel mio blog, cosi scopro questo blog interessantissima... a presto e spesso buon finesettimana, in ungherese, kellemes hèt vègèt :-) Lisa