L'etnobotanica è una scienza interdisciplinare e transdisciplinare (al confine tra antropologia culturale e botanica) che si occupa dell'uso e della percezione delle specie vegetali all'interno di una o più società umane.
In particolare l'etnobotanica studia gli usi e le rappresentazioni degli usi popolari delle specie vegetali nei seguenti domini:
la fitoterapia;
la fitoalimurgia;
l' etnoveterinaria;
l'artigianato;
l'agricoltura;
la liquoristica;
la cosmesi;
le feste;
i riti religiosi;
i riti magici;
i giochi;
gli etimi locali;
le credenze popolari;
i proverbi e modi di dire.
L'etnobotanica intesse spesso elazioni con altre due scienze inter- e trans-disciplinari (etnoscienze): l'etnobiologia (e soprattutto l'etnomicologia, l'etnozoologia, l'etnopedologia, l'etnoclimatologia); l'etnofarmacologia e l'etnomedicina; l'agro-ecologia e l'ecologia umana; gli studii sulla diversità bio-culturale; l'etnolinguistica.
Il termine inglese ethnobotany, inteso a definire la disciplina come una scienza, nacque alla fine del XIX secolo, nel 1895, e fu coniato da John W. Harshberger, botanico tassonomista statunitense, dell’Università della Pennsylvania. Egli usa il termine per la prima volta per definire “lo studio dell’uso delle piante nelle società primitive”.
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