L'etnografia (dal greco: ethnos (έθνος) - "nazione", e grapho (γράφω) - "scrivo"; letteralmente "descrizione dei popoli") è il metodo con cui operano le ricerche sul campo le scienze etnoantropologiche.
Il termine compare la prima volta nel 1607, quando viene menzionato per designare collezioni di resoconti.
Secondo la classificazione di Marcel Griaule l'etnografia registra informazioni su diversi popoli, mentre l'etnologia costruisce, da queste descrizioni, dei sistemi coerenti.
Fare etnografia significa recarsi tra coloro che si vuole studiare per un certo periodo di tempo, ed utilizzare alcune tecniche di ricerca (come l'osservazione o l'intervista) allo scopo di collezionare un insieme di dati che una volta interpretati, rendano possibile la comprensione della cultura in esame. Riti, rituali, cerimonie, norme, valori, credenze, comportamenti, artefatti, sono i principali fenomeni di interesse dell'etnografo, attraverso i quali la cultura si rende intellegibile.
L'etnografia nasce come metodo dell'antropologia culturale sul finire del XIX secolo, quando le grandi potenze imperialiste si imbatterono in culture "altre" da quella occidentale, e i primi lavori etnografici si caratterizzano per un forte stile "realista", tipico dello struttural-funzionalismo imperante nell'antropologia dell'epoca. Esempi di descrizioni etnografiche del periodo classico sono quelli di Bronislaw Malinowski (Gli argonauti del Pacifico occidentale) e di E. E. Evans-Pritchard.
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